Vorrei che fosse chiaro quello che stanno facendo alcuni cittadini di Arborea, non pochi come si pensa, ma ormai tanti.
Da tredici mesi ci occupiamo di un caso molto serio, che ci riguarda da vicino come territorio perché è nel territorio.
Una società che si chiama SARAS e che ha sede a Sarroch, dove ha realizzato negli anni sessanta la più grande raffineria del Mediterraneo, ha messo gli occhi su un’altra fetta di Sardegna, che coincide più o meno con la Provincia di Oristano. In questa superficie dell’oristanese vasta circa 443 km quadrati la SARAS ha ottenuto – nel 2009 dalla Regione Sardegna – un permesso per ricercare idrocarburi nel sottosuolo. E ha individuato nelle campagne di Arborea il sito nel quale realizzare il primo di chissà quanti pozzi.
Loro vi diranno che si tratta di un unico pozzo. Non credeteci.
Se non riusciremo a impedirlo, la SARAS trivellerà ai piedi dello stagno S’Ena Arrubia per quasi 3000 metri e muoverà (per dirla in modo assai semplice) un sottosuolo che giace da millenni con i suoi equilibri.
Sarà un bene o un male? Loro vi diranno che potrebbe essere un bene. Non credeteci.
Le falde acquifere, a diverse profondità, sono la base di qualsiasi forma di vita e di economia: è irragionevole metterle a rischio.
Ovunque, in Italia e nel mondo, le attività estrattive hanno portato a zone interdette alla popolazione, rumorose, puzzolenti, senza personale del luogo. Le popolazioni residenti, come ad esempio il tristissimo caso della Basilicata, la Regione italiana più trivellata dai petrolieri, sono oggi le realtà più povere e depresse, con i più alti tassi di disoccupazione e con il turismo in ginocchio.
Loro vi diranno che in Emilia però c’è benessere e ci sono anche i pozzi, facendovi credere che il benessere sia dovuto proprio ai pozzi. Non credeteci.
L’Emilia è ricca per l’intuito imprenditoriale locale, per le eccellenze e la qualità dei marchi prodotti, per la laboriosità dei suoi cittadini e grazie a una terra baciata da acqua e sole. I pozzi, tutt’al più, si sono aggiunti a questa ricchezza già acquisita, come fa lo scemo di paese che si aggiunge sullo sfondo a una foto in cui lui non centra nulla. Se per sbaglio disponete una bottiglia di acido muriatico nelle mensole di un bar di successo, non per questo il successo del bar è dovuto alla presenza di una bottiglia di acido muriatico tra ottime birre artigianali. È assai più probabile che ne determinerà la chiusura.
Loro cercheranno di convincervi che non sono previsti in futuro siti per la raffinazione del greggio. Non credeteci.
Se troveranno gas naturale a sufficienza per realizzare diversi pozzi produttivi, troveranno anche conveniente costruire in loco un impianto di raffinazione per abbattere i costi industriali. Ipotesi logica e prevedibile. Quand’anche si decidesse di non raffinare da queste parti, l’alternativa sarebbe il trasporto del greggio via mare, attraverso navi cisterna in arrivo sul golfo e in ripartenza dal golfo, con a bordo materiale altamente inquinante: un solo incidente marittimo e addio spiagge di Arborea e del Sinis, addio biodiversità nelle zone umide, addio pesca e turismo.
Loro, insomma, avranno interesse (d’impresa) a dire cose con l’intento di tranquillizzare in merito ai rischi ed esaltare in merito ai benefici. Si tratta dell’”a-bi-ci” del manuale del venditore.
Noi vi diciamo, avendo studiato il caso con serietà, che la nostra agricoltura, il nostro bestiame, il commercio, il turismo, ma soprattutto la salute dei bambini di cui ci preoccupiamo in maniera prevalente, non hanno bisogno e anzi avrebbero danno da questo progetto della SARAS.
Altri, anche abitanti di questo paese, vi diranno che qualcuno (tra cui il sottoscritto) starebbe cavalcando il problema per alimentare le proprie future ed eventuali carriere politiche. Io non ho prove per affermare il contrario, e se mai le avessi me le terrei per me.
Non ho niente da giustificare, nulla di cui scusarmi per il lavoro che svolgo a beneficio di un gruppo di cui mi onoro di far parte. Potrei in futuro davvero candidarmi e allo stesso modo potrei tenermi bene alla larga dal mondo della politica. Si tratta di scelte personali, non sporche e non cattive, che rimangono nel ventaglio dei diritti di chiunque.
In quanto a Paolo, che vive e studia a Bologna e avrebbe ben poco interesse personale a tutelare le campagne di un paese nel quale forse non sarà il suo futuro professionale, avercene di politici di questo livello!
Chi per questo motivo delegittima le ragioni del NO al progetto Eleonora si assume una responsabilità grave, smonta colpevolmente le ragioni di uomini e donne cresciuti ad Arborea e che ad Arborea vivono e vedono crescere i propri figli e nipoti.
È comodo, perché smontare è più semplice che costruire.
È grave, perché trasmette al signor Citterio, responsabile del progetto SARGAS, l’immagine di una comunità divisa e quindi “aggredibile”.
Ed è colpevole, perché si giudica. Ma non si studia le carte.
no alle trivellazioni
Rimboccatevi le maniche,siate pronti ad ogni tipo di pressione psicologica e non, siate pronti a sganciare un sacco di soldi per pagare gli avvocati che facciano le vostre ragioni in tribunale e preparatevi a rimanere delusi dai vostri stessi concittadini che demotivati vi volteranno le spalle! …….Tutto cio’ sta accadendo a Vado Ligure(sv) dove stiamo lottando su piu’ fronti.Auguri
Proprio così, a volte bastano 2 chiacchiere al bar per sminuire il lavoro di 13 mesi e questa cosa del comitato politicizzato ha stancato, perché forse chi ci crede (pochi sicuramente, ma…) non si è accorto che è l’unico modo che hanno certi sporchi e loschi personaggi per fare leva sull’opinione pubblica, perchè altro in mano non hanno.
non si puo pensare che l’economia di questa zona decolli da sistemi ormai obsoletti, ma dal valorizzare quello che la zona puo gia offrire :ottimi prodotti enogastonomici, clima temperato quasi tutto l’anno serve ttutttuttosservel’annoserve